"PROMISED LAND" : HACKATAO + GUERCINO (ita)
Hackatao, Promised Land - Animazione Digitale, 2021 | Giovanni Francesco Berbieri detto Guercino, Mose' Olio su tela, 1625 c.a 81 x 70 cm Courtesy della galleria Ossimoro Spilamberto
Dopo un sonno di tremila anni, il liberatore del popolo Mosè (colui che fu “salvato dalle acque”) si risveglia e rivolge il suo sguardo al mondo. Dove sono i suoi figli? E la terra “dove scorrono latte e miele”? Rosso di vite, incantate da una sirena, vede il mar Mediterraneo. Quasi chiuso, e’ ormai “mare aperto” e l' Europa una Canaan troppo lontana. Nell'esodo del XXI secolo, fiumi di popoli ora senza guida scappano all’orrore e si avviano verso la Terra Promessa.
Se la propensione naturalistica del Guercino nel suo Mosè gli conferisce quella veridicità propria del mondo reale, altrettanto vera è la sua espressione di “obbedienza” all’apparizione della luce di Dio, che nel Mose’ del 2.0.21 si tramuta in un verso di arrendevolezza al dolore.
In Promised Land del duo artistico italiano Hackatao, il sogno della Terra Promessa è rovesciato, a mostrare il punto di vista dei migranti e dimostrare l’utopia di un “paradiso” che è tale ed esiste solo se vissuto e visto dal suo interno. Il luogo della felicità diventa il non-lieu che per eccellenza traccia il ritratto del nostro secolo: quello dei rifugiati, che abbandonano la propria identità per imbarcarsi verso una nuova ed un qualcosa che non raggiungeranno mai.
Il millenario riposo di Mosè ed il suo risveglio, che gli Hackatao immaginano attraverso il loro gesto artistico di creazione di un’opera in dialogo narrativo con il Mosè del Guercino, rappresentano l’espediente letterario di continuità. Contenutistica, poiché a distanza di millenni i drammi e i bisogni degli esseri umani non mutano nella loro essenza, bensì soltanto nella loro forma; ed artistica, poiché l’accostamento di un’opera d’arte digitale esibita su uno schermo a quella di un grande maestro italiano come il Guercino non sembra più azzardato, ma semplicemente contemporaneo ai linguaggi del proprio tempo.
In contrapposizione con il non-luogo caratterizzante la nostra epoca, attraverso la loro arte gli Hackatao ci accompagnano in quello che invece e’ il suo lieu per antonomasia, luogo di incontri, dove spazio e tempo si annullano e dove la promessa di una Terra è leggibile a tutti: il web.
“Io sono colui che sono”, “allora egli sarà per te come bocca e tu farai per lui le veci di Dio”. Mosè, mano e bocca di Dio. E l’Arte, scintilla di luce divina, messaggio e al contempo messaggera, tra tempo e spazio indivisibili e continui.
Eleonora Brizi
HACKATAO + GUERCINO, mostra "Promised Land" , Spazio d'Arte CRAC, Castelnuovo Rangone (MO), Italia
Il progetto “Promised Land” è stato ideato da Alessandro Mescoli per la nuova stagione dello spazio artistico CRAC a Castelnuovo Rangone (MO), Italia.
Il vernissage ha avuto luogo il 7 febbraio e le opere saranno in mostra fino al 28 marzo.
L'opera d'arte “Mose” di Guercino è in mostra per gentile concessione della galleria Ossimoro (www.ossimoro.com).
La mostra virtuale si e' svolta sulla piattaforma Arium (https://arium.events/spaces/breezy-art) il 13 febbraio, con un fitto programma di presentazioni. I visitatori hanno goduto della mostra apparendo come piccoli cubi in movimento, con webcam e microfoni, “proprio come essere di nuovo nella stessa stanza insieme”.
Questa intervista vuole essere una conversazione tra il duo di artisti Hackatao e i due curatori del progetto Alessandro Mescoli ed Eleonora Brizi, che si scambiano domande a vicenda.
HACKATAO + GUERCINO, mostra "Promised Land" sulla piattaforma Arium
Quando gli Hackatao mi hanno invitato a curare questo progetto - insieme allo straordinario Alessandro Mescoli - mi sono sentita molto fortunata, "coccolata" quasi. Avere a che fare con un artista come Guercino, così come un personaggio dal calibro di "Mosè", non è necessariamente la cosa più facile del mondo. Ma mi è piaciuto molto l'atteggiamento degli Hackatao nei confronti di questa opportunità e insieme abbiamo deciso di non trattare la mostra come una “sfida” o un confronto: piuttosto, l'abbiamo pensata come un dialogo.
Cercando di sfuggire alle strutture e agli schemi della storia, del mercato e dell'ambiente artistico, dopo un bel respiro ho pensato solo all'arte.
In che modo “qualcuno” come Mosè può relazionarsi con i nostri tempi? Come può mai una personalita' così imponente e cruciale essere in conversazione con le questioni contemporanee?
Più continuavo a pensare alla storia di Mosè, più mi rendevo conto che nulla è mai veramente cambiato. Ho iniziato a capire che l'esodo del “suo” popolo non era così diverso dai nostri flussi migratori nel Mediterraneo. Ovviamente i tempi e le modalità sono cambiati, ma non il fulcro dei bisogni e dei drammi dell'umanità.
Cosi' ho cominciato a chiedermi: e se creassimo una vera narrazione a livello contenutistico? Senza curarci degli orpelli stilistici o preoccuparci degli -ismi? Sono passati secoli, ma l'umanità non è mai cambiata. La conversazione è sempre stata lì e l'arte ne ha perpetuato la narrazione.
Arte, senza tempo e senza spazio, eterna. Cosa cercavano queste persone quando Mosè era la loro guida? Cosa stiamo cercando tutti noi oggi? Un posto migliore, uno scopo, un arrivo, una casa, un traguardo, una destinazione: non siamo sempre stati alla ricerca della "Terra Promessa"?
Eleonora Brizi
Giovanni Francesco Berbieri detto Guercino, Mose' - Olio su tela, 1625 c.a 81 x 70 cm - Courtesy della galleria Ossimoro Spilamberto
E: Alessandro, ci parli un po’ delle origini di questo progetto e di come sia nata l’idea di accostare l’arte di un maestro italiano del XVII secolo come il Guercino a quella super contemporanea di Hackatao? Perche’ Hackatao?
Tutto nasce dal desiderio di creare un ossimoro, una tensione visiva, tra le opere esposte. Quale migliore possibilità se non quella di attivare questo contrasto attraverso un gap temporale, un confronto tra i secoli?
In passato ho già indagato e realizzato questa situazione anche in altre mostre istituzionali, perché credo che accostamenti antitetici possano spesso rafforzare il valore, e la comprensione delle opere esposte; anche al di fuori della classica “white room”.
Poi viene l'aspetto scientifico, o meglio storico - critico : la dimostrazione dell'evoluzione del pensiero artistico senza soluzione di continuità, senza barriere e sulla stessa, orientata, linea del tempo.
Il Barocco è una condizione ideale per evidenziare le differenze col futuro. Rappresenta l'opulenza pittorica, il peso del fronzolo e dell'arabesco. Tutto quello che non ti aspetti da un'opera digitale, che almeno in teoria le persone credono minimale e depauperata di un media materiale o di un supporto vero e proprio, operato dall'autore.
Sul piano teorico La scelta di un pittore " caldo " serve per esacerbare il contrasto verso l'ultra contemporaneo. Il Mosè del Guercino poi è addirittura organico, quasi verista nel riprodurre persino la consunzione della cute.
Avrei potuto portare Guido Reni ma sarebbe stato di tavolozza fredda, idealizzati volti pallidi da androide ( pensate alle sue crocifissioni o alle deposizioni) , oppure una tela di Giovanni Andrea Sirani, ma sarebbe risultato algido.
Da qui poi la fortuna della disponibilità della galleria Ossimoro di Sergio Bianchi nel prestare l'opera che abbiamo selezionato.
Per quanto riguarda Hackatao, la scelta è caduta su di loro per fiducia e trasversalità. Fiducia, perchè già in passato avevo ospitato il loro lavoro, con il desiderio di tenere unito un gruppo di artisti tra cui anche loro. E trasversalità, come dote essenziale a garanzia della tenuta di un progetto, dove l'opera, la più estrema e visionaria possibile, doveva essere creata appositamente, con una propria identità in grado di armonizzare con l'antica tela.
E: Hackatao, quale e’ stata la vostra prima reazione quando siete stati invitati ad esporre la vostra arte al fianco di un pittore come il Guercino? Avete sentito il peso dell'antichità o la spinta della contemporaneità? Come avete affrontato questa “sfida”?
Emozione pura. Amiamo metterci in gioco, confrontarci e collaborare con altri artisti e abbiamo colto questa "sfida" proprio come una collaborazione tra noi e il Guercino.
I nostri linguaggi sono molto lontani e diversi, per questo è stato ancora più interessante il confronto. Come solitamente facciamo per le nostre opere, prima di affrontare la parte creativa, ci documentiamo e studiamo il contesto o l’argomento. E’ un momento in cui nutriamo la mente di stimoli che poi trasformiamo nell’opera.
Il confronto con artisti del passato non è mai un peso. Innanzitutto, siamo dei nani sulle spalle di giganti, quindi sono loro a sostenerci; inoltre, quello che è già stato fatto ci aiuta a percorrere una via di originalità. Nel senso che se conosci le strade già percorse le eviti, in modo da tracciare il tuo per percorso personale.
Quindi, ci siamo concentrati sul tema dell’esodo, sempre molto attuale, che abbiamo trasposto nella contemporaneità. Abbiamo voluto affrontarlo da una prospettiva diversa dal punto di chi arriva.
Jan de Bisschop, Mose', Disegno
Adam Bartsch, Mose', Incisione
Bernardino Cervi, Mose', Incisione, 1624
A: Hackatao, mi ha sorpreso molto il raffinato impianto cromatico dell'animazione Promised Land . Avete studiato opere del passato per trarre ispirazione, o è stata sviluppata per prove ed accostamenti con l'opera di Guercino ?
La ricerca cromatica nelle nostre opere è sempre molto importante e i colori non sono mai casuali. Trattiamo ogni opera in modo diverso, ma se guardiamo l’insieme del nostro lavoro possiamo ritrovare un' affinità cromatica. In Promised Land sentivamo il bisogno di armonizzare i colori con l’opera del Guercino, ma senza snaturare la nostra vena POP. Attraverso il colore, volevamo comunque comunicare anche la situazione drammatica del passaggio attraverso le acque. Quindi c’è ricerca di significato e attenzione per l’armonia nel dialogo tra le due opere.
E poi, più genericamente riguardo il vostro lavoro,
Nelle brevi narrazioni che avvengono attraverso le vostre animazioni, l'azione risulta spesso annunciata, incipiente, ma mai conclusa; un po' sospesa come avveniva nell' "opera aperta" tanto cara a Calvino o a Eco.
Casualità o attenzione al linguaggio delle nuove avanguardie?
Assolutamente sì, le nostre opere rispettano i canoni dell’ "opera aperta". Nessuna risposta definita da noi artisti, quanto piuttosto uno stimolo a molteplici interpretazioni. Il fruitore dell’opera ha la possibilità di partecipare all’hacking del tema insieme a noi. L’animazione è ridotta ai minimi termini, svincolandoci dall’abituale linguaggio cinematografico, e imprigionata in un loop eterno che nel caso di Promised Land combacia con il ripetersi continuo delle migrazioni dei popoli. Nell’opera, abbiamo cercato anche di dare un senso ipnotico che vuole visivamente riprendere il richiamo della sirena, rimarcato poi nella musica realizzata ad hoc da Matermato che amplifica questa sensazione di sospensione magneticq e drammaticità inarrestabile.
A: Eleonora, come mai hai pensato di diversificare la carriera di curatore e critica d'arte orientandoti sull’arte digitale?
E’ stato un passaggio molto naturale e spontaneo. Io non provengo da studi artistici, che se per un verso e’ limitante, per l'altro costituisce una scorciatoia verso il nuovo, al di fuori di tanti schemi e limiti accademici. Sono però stata catapultata fin dall’inizio della mia carriera nel mondo dell’arte piu’ contemporanea. Lavorare con l’artista Ai Weiwei per quattro anni e’ stato un po’ come andare a scuola di contemporaneità: dal punto di vista artistico e soprattutto sociale. Diventa una forma mentis, dalla quale non si puo’ piu’ prescindere e credo che questo mi abbia aiutato ad avere un occhio sempre aperto su tutto cio’ che e’ altamente contemporaneo, o addirittura pionieristico.
E poi
Quanto, a tuo parere, l'arte digitale lascia spazio alla figurazione ed alla narrazione, nella scena contemporanea internazionale?
L’arte digitale, a cui purtroppo ci rivolgiamo in questi termini e che io preferirei chiamare semplicemente “arte” (contemporanea), non si discosta dalla figurazione ne’ tanto meno dalla narrazione. Semplicemente, si manifesta in un’estetica ed in canoni tutti suoi che sono un altro modo di intendere i medesimi concetti o correnti. E’ sempre un po’ lo stesso discorso, cosi’ come la “morale” che traiamo da questo accostamento artistico di un’opera del Guercino con quella di Hackatao: poco e’ cambiato nel corso dei secoli nella sostanza, bensì soltanto nella forma. Avendo ormai la prova che un dipinto figurativo come quello del Mose’ possa assolutamente dialogare con un’animazione digitale raffigurante una sirena in movimento e perpetuare una narrazione che in realtà non ha mai avuto fine, non credo ci sia molto da aggiungere: eravamo, siamo e saremo essere umani, niente potrà mai essere così diverso. L’acqua può manifestarsi in stato liquido, solido o gassoso, quando passeggiamo vicino ad un fiume, quando beviamo un vermouth con un bel cubetto di ghiaccio, quando ci rilassiamo in una sauna: e’ sempre acqua.
The making of
"Promised Land" Hackatao
H: Noi abbiamo una domanda per i curatori. Quando l'artista svela la propria opera, è un po' come mettersi a nudo in pubblico, soggetto a giudizi, critiche, incomprensioni o anche ammirazione, curiosità ecc.
Qual è stato il primo impatto emotivo che avete avuto nella visione dell'accostamento delle due opere?
A: Prima ho visionato l'opera digitale, da sola. Molto potente e raffinata.
Un' opera futuribile ma antica e mediterranea nella storia raccontata. Fatta di attenzioni al particolare , all'impianto cromatico e alla tradizione del disegno.
Direi una "pittura dinamica", ma lenta, dove la cinesia armonica dei personaggi, seppur reiterata, riporta la mente a certe scene di Viola, o alle prime sperimentazioni video di Warhol, dove lo spettatore si esercitava a rintracciare visivamente ogni tremolio dell'immagine.
Poi arriva il canto della Sirena, estatico, ma ora è guida degli uomini tra i flutti.
Posizionata accanto alla tela, inizia l'attivazione. Le opere si completano attraverso un connubio che appiana, come il secolo breve del '900, tutte le diversità che in 400 anni possono manifestarsi.
E nonostante il Mosè del Guercino sembri proteggersi ironicamente il volto, la stessa storia dell'arte è chiamata in causa a confermare il proprio destino. Sarà un " peccato" separare a mostra finita le due opere: L'uomo Non divida ciò che Dio ha unito.
E: E’ bello che chiediate dell’impatto emotivo del curatore, piuttosto che di una critica d’arte sulle opere.
Nel mio caso, dal momento che ho seguito passo per passo la creazione dell’opera digitale, mi sono purtroppo privata di quella piacevole sorpresa che credo colpirà molti degli osservatori. Ma nonostante conoscessi l’opera, l’emozione di vederla affiancata al Mose’ e’ stata enorme.
La tematica affrontata in Promised Land di Hackatao e’ una a cui tengo particolarmente, sia dal punto di vista personale sia da quello sociale. In qualche modo il tema del “viaggio”, che sia esso forzato e obbligato o voluto e cercato, accompagna da sempre la mia vita. Per questo ho amato l’opportunita’ di un Mose’ “sconsacrato”, ma piuttosto vissuto nella sua funzione piu’ alta: quella di guidare alla salvezza.
Improvvisamente, guardando le due opere, tutto ha senso. I drammi dell’umanita’, sempre uguali, nel corso dei millenni. La ricerca della salvezza, nella “Terra Promessa”. L’arte, e con se’ gli artisti, che puo’ cambiare il suo linguaggio con lo scorrere dei secoli, ma mai cambia la sua voce.
Una sezione del mood-board delle ispirazioni per "Promised Land".
L'opera d'arte Promised Land di Hackatao e' tokenized sulla piattaforma SuperRare at the following link: