ULTRAROMANTICISMO - Ritual Nature #002 (Tennessee Backwoods) di Ben Snell
Progetto artistico promosso dai Comuni di Castelnuovo Rangone, Pavullo nel Frignano, Castelfranco Emilia, Savignano sul Panaro, Spilamberto e Vignola, in collaborazione con l’Associazione Culturale Ricognizioni sull’Arte, la cui mostra di Ben Snell è curata da Eleonora Brizi.
Nell’epoca delle tecnologie e delle intelligenze artificiali, dove va a morire lo spirito romantico?
Ben Snell e’ un artista che naviga nello spazio tra creazione e automazione, suggerendo un approccio umanista alla tecnologia. Esplorando cosa significa nascere dal codice, crea disegni, immagini e sculture incarnati dalla voce e dalla vitalità dei computer.
Nella serie Ritual Nature Snell utilizza LIDAR, una tecnologia di rilevamento della distanza tipicamente impiegata dal governo e dall'esercito per rilevare il terreno dall'alto. Misurando il tempo di volo degli impulsi di luce modulati, è possibile estrarre la profondità da una scena, spesso con una precisione molto elevata.
Snell conversa con questo pezzo di tecnologia nella speranza di comprendere come “lei” vede il mondo, in questo caso lo fa nelle foreste della Virginia.
Ritual Nature esplora l'intreccio tra osservatore e osservato, come il rimbalzo della sua andatura, l'allungamento o la compressione delle figure, la proiezione di ombre e l'esistenza di buchi neri, focalizzandosi sul misticismo della creazione di immagini e sulla prospettiva dell'artista. Snell e’ attirato nella natura per trovare la propria natura.
Ritual Nature #002 (Tennessee Backwoods) esiste non come una copia o un simbolo del fisico, ma come un oggetto completamente nuovo, e ancora di più, un nuovo tipo di oggetto. Ricordando il mondo tangibile nella forma e nella sostanza, porta con se’ le propensioni di coloro che l’hanno creato: i loro segni, predilezioni e idiosincrasie. Eppure, da solo, parla per se’ stesso con integrità e presenza.
Un attento sguardo paca lo spettatore, che nota il ritmo veloce della propria vita e la sublime lentezza della natura. Il mondo fisico, compresi i nostri corpi, testimonia una scultura fotografica, dotando così l'opera, sebbene immateriale, di una propria materialità.
Questo lavoro riflette un atto di metamorfosi. Dopo un anno di traumi e disperazione, il processo da parte dell’artista di entrare nella natura per trovare la propria natura è un atto di cura di sé, nel nutrire la sua fiamma creativa.
Ma il lavoro di Ben Snell spazia tra l’utilizzo e il dialogo con diverse tecnolgie, in aggiunta a quella LIDAR. L’artista crea ed opera anche attraverso gli algoritmi e l’intelligenza artificiale.
In uno dei suoi piu’ famosi progetti artistici, Snell “insegna” a ciascuno dei suoi computer a diventare uno scultore.
Per cominciare, fornisce al computer il canone della scultura classica tramite migliaia di modelli 3D di sculture reali conservate nei musei di tutto il mondo: come il David, il Discobolo o la Vittoria Alata. Per il computer capire la scultura significa saper sintetizzare la sua essenza, trovare somiglianze e differenze tra queste forme: modelli, design, postura e atteggiamento.
Il computer cerca di ricreare dalla memoria ogni scultura che vede. Per superare quello che sarebbe un compito incredibilmente difficile anche per il più talentuoso degli scultori umani, il computer distilla istintivamente queste sculture nei loro componenti più elementari, sviluppando un vocabolario visivo dal quale può costruire forme più complesse.
Quando il computer si è esercitato, quando diventa abbastanza esperto in questo linguaggio visivo, Snell gli chiede di chiudere gli occhi e sognare una nuova forma, per scolpire qualcosa di mai visto prima. I profili fisici ottenuti possiedono spesso una straordinaria qualità figurativa, filtrando l'essenza della scultura greca e romana mentre accennano alle forme contorte di Constantin Brancusi, Jean Arp e Henry Moore. Questo sogno non è una media di tutto ciò che vede il computer, si tratta piuttosto di un'improvvisazione, una riproduzione e una riconfigurazione di ricordi. Questa è la prima espressione del linguaggio di un essere che ha imparato a vedere attraverso la scultura classica e mette in discussione la creatività, l'originalità e l'agire della macchina stessa.
Queste sculture presentano un ulteriore livello di significato nella loro materialità: non vengono solamente concepite dal computer, ma sono anche materialmente costituite da questo stesso computer.
Snell, infatti, riduce in polvere il computer e lo utilizza come supporto fisico. Ogni suo componente viene ridotto a una polvere fine e fusa nuovamente nella forma tridimensionale sognata dalla macchina. Il computer diventa così la scultura.
Rinato, il computer assume una nuova rilevanza fisica. In questo aldilà riesce a bilanciare due realtà separate: prodotto e processo, l'essenza di un oggetto e il suo divenire quello stesso oggetto. Da un lato, questa massa ha una tattilità nei pezzi di silicio, rame, plastica e acciaio che componevano la macchina. Dall'altro, le tracce della potenza di elaborazione invisibile del computer continuano a vivere nella sua forma corporea e nei frammenti di materia che contengono i suoi pensieri e ricordi. L’opera dona materialità a ciò che è puramente immateriale.
Proprio come i classici che lavoravano la pietra e il bronzo, questa scultura materialmente risulta essere del nostro tempo, realizzata con la materia prima del calcolo.
Lo spirito romantico e’ vivo e respira nelle forme e nei linguaggi piu’ contemporanei.
Ben Snell, “Ritual Nature #002 (Tennessee Backwoods)”, 2021, Serie Ritual Nature, Detail #1
Ben Snell, “Ritual Nature #002 (Tennessee Backwoods)”, 2021, Serie Ritual Nature, Detail #
Di seguito una conversazione tra l'artista Ben Snell e la curatrice Eleonora Brizi riguardo l'opera Ritual Nature #002 (Tennessee Backwoods): https://fb.watch/8DQyiwlqPQ/